Il dovere civile di opporre resistenza
Obbligo vaccinale, Green-Pass e la difesa dello stato di diritto
Da quando è iniziata la pandemia l’Italia è stata trascinata in uno stato di emergenza gravido di spregiudicati decreti governativi che hanno terremotato le basi della nostra società libera e aperta. Tra le torsioni giuridiche più gravi prodotte ci sono obbligo vaccinale e Green-Pass, evidenti abusi di potere ai quali bisogna opporre una ferma resistenza per proteggere l’impianto costituzionale del nostro paese e difendere la nostra dignità di cittadini liberi e indisponibili a subire prepotenze di Stato.
Riguardo alla vaccinazione obbligatoria:
Le risoluzioni europee 2361 e 536/14 — che hanno forza di legge in tutti gli stati membri in quanto norme sovraordinate — recepiscono i principi di etica medica internazionale (Codice di Norimberga, Dichiarazione di Helsinki) e vietano esplicitamente il ricorso alla coercizione nella vaccinazione. Inoltre, il Patto Internazionale sui diritti civili e politici delle Nazioni Unite vieta, all’articolo 7, la sperimentazione medica in assenza del consenso libero e informato da parte del paziente. L’obbligo vaccinale, coercitivo per definizione, è quindi illegale nel quadro normativo europeo ed internazionale. Senza se e senza ma.
La costituzione italiana non esclude la possibilità di un trattamento medico obbligatorio, ma richiede che produca un evidente beneficio per la salute della collettività senza essere pregiudizievole per la salute del soggetto che vi è sottoposto. Con la vaccinazione Covid vengono a mancare entrambi le condizioni, rendendola verosimilmente incostituzionale. Da un lato il vaccino non interrompe la catena di trasmissione del virus Sars-Cov-2 — è oramai un fatto consolidato che persone vaccinate e non si infettano e contagiano allo stesso modo — e quindi non realizza il bene collettivo di arginare la pandemia. Dall'altra, questi vaccini sono i più pericolosi mai prodotti, con numeri di decessi e gravi reazioni avverse ben oltre le soglie che solitamente portano alla sospensione di un farmaco sperimentale per gli accertamenti del caso. Sono vaccini nuovi di cui non si sa nulla riguardo alla sicurezza sul medio e lungo termine, cosa particolarmente rilevante per le persone giovani, ed essendo prodotti autorizzati per l’uso emergenziale sono stati soggetti a controlli parziali che ne aumentano la pericolosità. La loro somministrazione comporta un rischio che può essere ragionevolmente giustificato solo per fasce ristrette della popolazione, come persone anziane o con più comorbidità, molto esposte a un decorso grave della malattia Covid. Quando c’è rischio ci dev’essere necessariamente scelta.
Sono disponibili da tempo cure efficaci per il Covid, tra cui il protocollo Remuzzi e gli anticorpi monoclonali prescrivibili dal medico di base. Vengono quindi a mancare i presupposti per l'autorizzazione all'uso emergenziale degli attuali vaccini sperimentali — che può infatti essere concessa solo in assenza di cure efficaci — oltreché la necessità di ricorre al loro uso. Gli anticorpi monoclonali hanno un costo elevato, ma è senz’altro meno gravoso per la società pagare queste cure per il numero ristretto di pazienti sintomatici che non spendere miliardi per acquistare decine di milioni di dose di vaccino per inoculare a ciclo continuo l’intera popolazione.
Imporre la vaccinazione per ridurre la pressione sul sistema sanitario nazionale è fuorviante. Non si possono scaricare sul cittadino — obbligandolo a correre inutilmente il rischio della vaccinazione — colpe e mancanze proprie delle classi dirigenti che da decenni portano avanti una demolizione controllata della sanità pubblica, compromettendone l’integrità. E' obbligo e onere delle istituzioni garantire il buon funzionamento del sistema sanitario nazionale, ed è quest’ultimo a dover proteggere la salute del cittadino e non viceversa. Una società diventa pericolosamente disfunzionale quando si fa confusione su queste basilari definizioni di ruoli e responsabilità.
Il Green-Pass viola chiaramente i primi tre — e più importanti — articoli della costituzione italiana, senza garantire come contrappeso la tutela della salute pubblica. Gli stessi politici e burocrati hanno candidamente ammesso che il Green-Pass è uno strumento coercitivo pensato per spingere i cittadini alla vaccinazione, rendendo progressivamente più difficile e costosa la vita a chi sceglie di non farsi la puntura. Come già accennato, persone vaccinate e non si infettano e ritrasmettono il virus allo stesso modo, quindi il pass non può essere uno strumento funzionale a rallentare la diffusione del virus ed arginare la pandemia.
Oltre a essere incostituzionale nel quadro giuridico nazionale, il Green-Pass viola anche normative europee ed internazionali. Le già citate risoluzioni europee 2361 e 536/14 vietano esplicitamente la discriminazione di chi sceglie di non vaccinarsi, mentre il Patto Internazionale sui diritti civili e politici delle Nazioni Unite garantisce a ognuno il diritto di perseguire liberamente il proprio sviluppo economico, sociale e culturale, vietando altresì ogni tipo di discriminazione crudele e degradante (articoli 1 e 7). Inoltre, la quasi totalità delle persone alle quali il governo ha demandato il controllo dei lasciapassare — ristoratori, esercenti, impiegati aziendali e via dicendo — non è qualificata a trattare questi dati sensibili nel quadro della stringente normativa GDPR, rendendoli passabili di denuncia per i reati di abuso d’ufficio e violazione della privacy. In definitiva il Green-Pass è uno strumento raffazzonato e fuorilegge che comprime — in modo crudele e illegittimo — i diritti costituzionalmente garantiti di milioni di cittadini italiani non-vaccinati al lavoro, alla piena partecipazione alla vita sociale e al non essere in alcun modo discriminati.
L’illegalità, la cattiveria e la discriminazione del Green-Pass e dell’obbligo vaccinale impongono una riflessione sui valori essenziali da proteggere per non compromettere l'integrità del nostra repubblica. Tutelare la salute è importante, ma lo è ancora di più proteggere il principio di legalità e i diritti inalienabili dell’individuo. Questi sono i valori fondamentali sui quali poggiano tutti gli altri, le architravi della civiltà occidentale. Pass e obbligo vaccinale stravolgendo le regole del nostro vivere insieme. Non più una società aperta e inclusiva basata su libertà, autodeterminazione e lo stato di diritto, ma la nascita di uno stato feudale con privilegi subordinati all'obbedienza ad arbitrari editti governativi che regolano in modo sempre più stringente le nostre vite.
Sono morti in milioni per consegnarci una costituzione capace di proteggerci dagli abusi di potere che hanno prodotto le atrocità del secolo scorso, e che garantisse a ogni cittadino la possibilità di una vita dignitosa e libera da coercizione. Se vogliamo proteggere questa preziosa eredità è un dovere civile opporre una strenua resistenza alle imposizioni illegittime di un governo che legifera ignorando non solo i limiti costituzionali ma anche quelli del diritto europeo ed internazionale. Terremotano le fondamenta della nostra casa comune e aprono la porta a quelle pulsioni autoritarie sempre latenti negli affari degli uomini. E’ una deriva da arginare prima che i rilevanti danni sociali, economici e culturali già prodotti diventino irreparabili.